Autosabotarsi – detto in parole semplici – significa mettere in atto delle azioni che ostacolano un tuo obiettivo o una tua situazione di crescita; significa proprio rinunciare a certe situazioni di crescita che in realtà, però, si desiderano nel profondo.
In che modo vi si rinuncia? Fondamentalmente, raccontandosi bugie; diciamo che è la mente che si dà da fare, tu le credi e alla fine – convincendoti che sia meglio fare come dice lei- ti autosaboti.
Sì, okay, ma io come faccio a capire che la mente mi sta raccontando bugie?
Beh, nell’autosabotaggio c’é sempre una regressione e chi si autosabota lo sa – in qualche modo- che sta regredendo, cioè che sta restando (o tornando) indietro, in una situazione che sa benissimo che non lo porta a niente e non lo fa evolvere; tuttavia le cose non sono sempre così sempici perché delle volte tornare indietro serve proprio ad andare avanti.
Io penso che nell’autosabotaggio ci sia di mezzo il non darsi tempo e forse anche il non darsi occasioni (e anche il perdere volontariamente certe occasioni).

Facciamo un esempio: mettiamo che tu voglia trasferirti a Milano. Parti, trovi casa e trovi lavoro; poi – dopo qualche mese – inizi a pensare che hai sbagliato ad andare lì, iniziano le tue pippe mentali e, gira e rigira, torni a casa senza una valida motivazione, tranne quella che ti sei inventato (“non c’è nulla di interessante a Milano, per me”). Ecco, ti sei autosabotato perché dentro di te tu volevi stare a Milano e la verità è che avevi bisogno di tempo ma per non restare in quello stato d’animo – forse anche per paura di avere successo veramente (perché alla base dell’autosabotaggio c’è la paura) – te ne sei andato/a.
E pensi di aver fatto davvero la cosa più adatta?
No, dentro di te lo sai che hai sbagliato, lo sai che è solo una questione di sollievo momentaneo. Lo sai che stai tornando indietro.
Ma allora perché ci autosabotiamo? Come mai dentro di noi esiste questo meccanismo, se va contro la nostra crescita?
Esiste perché dentro di noi c’è un conflitto, c’è sempre: il conflitto tra la parte che vuole crescere, che va verso la vita, e la parte che vuole restare indietro. Lo scopo di questo conflitto è quello farci guadagnare la nostra evoluzione, anche – secondo me – in base al karma che abbiamo. Ti stai chiedendo se si tratta delle famose “resistenze al cambiamento”? Sì, alla fine sempre di quello si tratta, cambiano solo le parole.

Quindi ecco: tu magari vuoi fare una cosa ma quella parte di te ti ostacola, ti dice “no, non farlo, guarda come stai comodo qui” e tu devi essere bravo/a a non farti abbindolare, devi essere bravo/a a tirare fuori il coraggio. Ma prima di tutto devi essere in grado di distinguere le cose, di capire che quello è il tuo sabotatore: parlaci e trova un modo per farlo stare contento senza che ti dia troppo fastidio (e nel contempo non essere troppo severo con te stesso perché – come ti dicevo – a volte tornare indietro serve proprio ad andare avanti, più consapevoli).
FIORI DI BACH DI RIFERIMENTO: Larch (senso di insicurezza), Walnut (per affrontare i cambiamenti e lasciar andare il passato) e Pine (senso di colpa latente).
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Autrice: © dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net). Tutti i diritti riservati. E’ severamente vietato riprodurre qualsiasi testo del blog altrove – anche modificando le parole – senza citare la fonte.
Tutte le foto sono state prese da Pixabay.
Articolo già pubblicato, in forma diversa, su Verde speranza magazine n. 5 – maggio 2021
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