Oggi parliamo di un esagramma molto discusso: il numero 4: La stoltezza giovanile (o anche Il coperto, secondo la versione Eranos).
Questo esagramma dice, in sostanza, che – riguardo il tema su cui è stata posta l’interrogazione – c’è ancora qualcosa da imparare, da capire. Questo esagramma ti dice che c’è una parte di te in cui devi crescere.
E’ un esagramma che non piace molto perché nell’immaginario di chi conosce l’I Ching è come se – quando esce – il libro ti stesse dando dello stupido ma in realtà credo che questa sia un’interpretazione un po’ superficiale: il 4 parla infatti di apprendimento, sia ricevuto, sia da dare (quindi parla anche di insegnamento), un apprendimento che serve perché c’è qualcosa ancora di acerbo, di troppo giovane, di ingenuo, di inesperto, che va coltivato. Ecco, si potrebbe dire che il senso di questo esagramma non sia tanto il “sei stupido”, quanto il “fai esperienza”.
E’ risaputo – ed è anche contenuto nella sentenza del segno – che il 4 può uscire anche quando la persona interroga più volte l’oracolo su uno stesso tema, e in quel caso va preso più come “una provocazione” che come un responso vero e proprio.
“ […] Consultato una prima volta io do responso. Se egli interroga due, tre volte, è importuno. Se egli importuna non do responso.”
Ma quindi questo esagramma è propizio oppure no?
Dipende. Il libro dice testualmente che “nel giovane la stoltezza giovanile non è un male. La riuscita può arriderle. Bisogna però trovare un maestro esperto e poi avere nei suoi confronti il comportamento giusto.” In poche parole bisogna avere l’umiltà di riconoscere di sapere meno e di rivolgersi a un esperto (un maestro) verso il quale portare rispetto. E questo maestro deve aspettare che l’allievo arrivi spontaneamente, non deve essere lui ad offrire la sua conoscenza; soprattutto, deve rispondere in modo chiaro e conciso, senza cedere a successive domande poste per diffidenza. Ecco perché questo esagramma esce anche quando si interroga troppe volte l’I Ching su uno stesso quesito.
Vediamo ora le singole linee:
-sei all’inizio: “per far progredire lo stolto è propizio mettere l’uomo sotto disciplina. […]” Qui si parla dell’importanza di dare una disciplina all’allievo, una disciplina che però non deve diventare “rigore militaresco” (cit. dal libro).
-nove al secondo posto: questa linea parla dell’importanza di essere tolleranti e comprensivi di fronte a chi è più debole (di fronte a chi è immaturo, cioè – presumibilmente – all’allievo).
-sei al terzo posto: si parla di chi ha poco carattere e però aspira a cose che non può permettersi; poi vede qualcuno che è più forte di lui e lo imita con atteggiamenti servili. Il libro dice che questo comportamento non deve essere tollerato poiché non gioverebbe né all’allievo né al maestro.
-sei al quarto posto: “stoltezza di mente ristretta reca umiliazione”. Questa linea espone l’immagine di un allievo che non riesce a progredire, cioè che continua nei suoi errori e nelle sue illusioni. A quel punto l’educatore può solo lasciarlo perdere per un po’.
-sei al quinto posto: questa linea dichiara che la persona inesperta, se si affida al maestro con animo pulito e umile, ne uscirà arricchita.
– nove al sesto posto: qui si parla dell’uso corretto delle punizioni, si dice cioè che nonostante a volte gli stolti debbano essere puniti, questa punizione è giusta solo se viene effettuata per difendersi dalle prevaricazioni. Non è corretto punire come reazione impulsiva o per abusare del proprio potere.
Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)
NB: Le citazioni tra virgolette sono tratte dall’I Ching a cura di R. Wilhelm
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Articolo già pubblicato su Verde speranza magazine n. 7 -luglio 2021.
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